Tema del workshop: disegnare processi e valorizzare l’intelligenza collettiva.
Docente: Guglielmo Apolloni
Tutor: Anna Cellamare
Coordinatore SOS: Lucilla Fiorentino
Date: 26 e 27 Gennaio 2017
Day 1 – Presentazione
La giornata inizia con un Warm up, una fase di “riscaldamento” nella quale i partecipanti hanno occasione di uscire dai propri confini rompendo il ghiaccio tra di loro.
“Chi sono? In cosa sono bravo? Cosa mi aspetto?”
Ogni componente del gruppo si riconosce nelle storie degli altri.
Nel corso del workshop ne sono stati proposti altri, sempre finalizzati a mettere in relazione i partecipanti.
Guglielmo introduce al Design Approach
Cosa succede quando il design viene applicato ai processi partecipativi?
Il design approach appare visivamente come un groviglio dove la soluzione è rappresentata da un insieme di processi di iterazione.
☛ Divergenza e convergenza
☛ Create choices / Make choices
☛ L’importanza del “tiny number of people”. Risolvere “il problema” di poche persone.
☛ L’utilizzo dello strumento narrativo. Quale narrativa usare per l’innovazione sociale?
Presentazione Sfida
«Come possiamo innescare collaborazioni positive tra due mondi che non parlano la stessa lingua - SOS e gli abitanti di Bari Vecchia? Quali sono le possibilità della scuola?»
«La città può usare gli spazi della scuola. La scuola può usare gli spazi della città? Come?»
☛ Disegnare la challenge
Utilizzo del disegno come “lingua neutra”.
☛ Diventa Storyteller!
Passeggiata a Bari Vecchia.
Mind map
Approccio aperto: prima fase, la fase della “divergenza”, della ricerca.
Non cerchiamo soluzioni al “problema”. Storie!
☛ www.designkit.org – quali sono i metodi per creare impatto
☛ www.diytooolkit.org – (find your tool)
☛ www.strategyzer.com – (canvases, tools and more)
Quando chiediamo feedback ci esponiamo ad una condizione di fragilità.
Brainstorming + Clustering
Innovazione sociale - ponti fisici - accoglienza e ospitalità - mezzi/mobilità - iconografia - sensi - confini - contrasto bello/brutto - identità - segnaletica - comunicazione verbale - innovazione/tradizione - condivisione.
☛ Votazione e divisione del gruppo per aree d’interesse:
• Ponti fisici
• Identità
• Innovazione/ tradizione
• Condivisione
☛ Conoscenza e uso degli strumenti:
• Personas Canvas
• How Might We Question
• Brainstorming
☛ Obiettivo:
ideazione di un Minimum Loveable Product, ossia costruire un servizio che un piccolo gruppo di persone amerà.
☛ Idea Canvas:
come funziona / a cosa serve / perché è importante?
Storyboard/ Prototipo/ Test
☛ Obiettivo: immaginare i titoli dei quotidiani tre anni dopo la realizzazione dei servizi proposti.
Day 2 – Le 4 idee canvas + test*
*Esercitazione sull’utilizzo degli strumenti, in questa fase l’outcome è più importante dell’output. Feedback – Il gruppo dona dei feedback utilizzando la formula: “I like…” per mettere in risalto i punti forti; “I wish…” per parlare delle criticità in maniera costruttiva.
Restituzione Output
1) “Nonna Porzia starter Pack”
Coinvolge diverse figure professionali in un progetto di social design. Per trasmettere il sapere tradizionale del “lavorare a maglia”, il progetto “nonna Porzia” mette in rete diversi stakeholders: videomakers per video tutorial, makers che stampano in PLA trame ispirate ai ricami delle nonne, designer che progettano utilizzando i due linguaggi (SOS- tecnologia/ Bari Vecchia- tradizione). Creazione di prodotti per rendere sostenibile il progetto.
☛ Video
2) “L’orecchietta salva la scuola S. Nicola”
Portare le “makers baresi” (donne che preparano la pasta fatta in casa) all’interno della SOS. Pensare a un corso che possa mettere in relazione i makers del Fablab con le “makers di orecchiette”. Es: kit culinario realizzato con taglio laser, stampa 3D e comunicazione territoriale. Il gruppo ha testato il processo compilando il form online sul sito della SOS per la proposta di attivazione di nuovi corsi.
3) “Ponti di comunità. Delocalizzazione della SOS”
Database e mappatura servizio (es. pranzo). Obiettivo: attivare dei servizi all’interno della Città Vecchia. Rispondere ai bisogni della SOS (ospitare docenti e studenti) coinvolgendo i cittadini in qualità di host (database con utenti disponibili/ mappatura servizio/ totem diffusi). Sistema di feedback trasparente (valutazione da parte degli utenti con stelline di gradimento).
4) “SOS BARI VECCHIA”
Tema della condivisione e della cittadinanza attiva. La proposta è la creazione di “giornate outdoor” come cene di quartiere, esposizioni del lavoro di SOS in piazza, mostre fotografiche a cura dell’atelier di fotografia della SOS. (test pranzo condiviso).
Best Practices
Il racconto, a cura di Anna, di due progetti di lavoro sul territorio (su differenti livelli):
Make People Do Lab – realtà pugliese che ha creato workshop mirati alla trasmissione del “saper fare” coinvolgendo artigiani e designer. Avò Veio Trabalhar – progetto di design sociale che utilizza il linguaggio artigianato/craft/design come pratica e potere di intervento dei seniors (under 60) nella società. Maggiori info.
Blueprint del processo
L’ultimo strumento proposto all’interno del workshop è stato il blueprint. Il gruppo si è accorto di aver immaginato prototipi e MLP con degli utenti dalle caratteristiche molto simili tra loro (signore e nonne del quartiere).
Il gruppo decide di utilizzare lo strumento Blueprint in maniera collettiva: si sperimentano le possibilità che lo strumento offre integrando tra loro le differenti proposte e utilizzando come canovaccio la necessità di mixare tradizione e innovazione (necessità emersa in tutti i gruppi). Individuazione di criticità (ad esempio, l’emersione del nero nell’economia barivecchiana). Individuazione di touch point (necessità di avere facilitatori “mediatori”, come ad esempio il signor Michele, presidente del circolo ACLI e il signor Vito, “spacciatore” ufficiale della semola destinata a tutte le signore di Bari Vecchia). L’utilizzo del Blueprint risponde alle suggestioni avute durante il workshop - la necessità di rispondere a bisogni primari come pranzare, ospitare, mettere in rete. Inoltre, ci permette di avere una visione futura, un follow-up del servizio proposto e la possibilità di individuare un luogo di unione (ad esempio, cucina di quartiere, cucina condivisa, spazio workshop, spazio eventi).
Si può immaginare una gestione flessibile, uno spin-off della SOS (ad esempio, una cooperativa che gestisce la cucina). Possiamo immaginare la presenza di facilitatore/moderatore di quartiere. Oppure, differenti modalità di retribuzione: un crowdfunding o la partecipazione ad un bando per l’impianto strutturale della cucina.
La maggior parte dei partecipanti si è resa disponibile a continuare a lavorare al progetto – quindi, let's trust the process! :)
OUTPUT
A cura di: Anna Cellamare, con Lucilla Fiorentino
Traduzioni di: Lucilla Fiorentino
Photo credits: Francesca Schioppo, Maicol Urbinati, Anna Cellamare