Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE Innovario, giorno 7: OPEN SOURCE

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Innovario è un progetto sperimentale per un Dizionario dell'Innovazione: una riflessione su come progettare nuovi dizionari e su come definire i significati di quelle parole entrate a far parte di una nuova quotidianità sociale, lavorativa, culturale. Pur rispondendo al bisogno comunicativo di “dare un nome alle cose”, non sempre o non univocamente ne permettono la comprensione. Nato dalla collaborazione tra La Scuola Open Source e DOCUS - comunicazione visiva e azioni documentarie, Innovario è un’azione per documentare i laboratori XYZ2018, riflettere sui muri della in/comprensione, sulla molteplicità di significati ed esperienze, ed impegnarsi nella costruzione di ponti di significato tra persone e contesti.
Ogni giorno affrontiamo il significato di una parola e lo facciamo con i partecipanti di XYZ2018 che saranno chiamati a scrivere la propria definizione. Accanto a loro, un contributo extra di un ospite ogni giorno diverso al quale abbiamo chiesto di raccontare il momento “touchpoint” di quando ha esperito, scoperto e toccato con mano, il mondo a cui fa riferimento la parola data.

Giorno 07 / domenica 29 luglio 2018

La parola è OPEN SOURCE, l’ospite speciale di oggi è Lucilla Fiorentino.

La storia, di Lucilla Fiorentino

La mia riflessione sulla parola open source si è focalizzata, per deformazione professionale, sulla sua traduzione: il significato letterale della parola inglese è infatti “sorgente aperta”. Non racconterò dunque dell’evento maggiormente significativo nel quale sono venuta a contatto con il concetto di open source – cioè la nascita della Scuola, perché la conoscete già – ma di una storia che nella sua semplicità e bellezza mi ha colpita molto e che vorrei condividere con voi.
È successo che Silvia un giorno di non troppo tempo fa mi ha raccontato di quanto accade nella zona del Sannio, dove le famiglie delle case di campagna disseminate sulle colline hanno la necessità di innaffiare gli orti e le coltivazioni e per farlo, attingono alla fonte di acqua che scorre nel sottosuolo. Ebbene, nel momento in cui, dopo vari tentativi di scavare un pozzo artesiano nel terreno (e spesso con la collaborazione di un rabdomante) viene trovata dell’acqua è una festa per tutto il vicinato, che al bisogno potrà attingere da quella stessa fonte. Una sorgente aperta, quindi.
L’acqua come un common, un bene comune condiviso da tutti i membri di una specifica comunità e che giova tutti, e dunque l’occasione per rafforzare i legami, per tornare al rapporto solidale tra esseri umani che è la medicina al cinismo del mondo. Che ci ricorda quanto siamo connessi gli uni con gli altri e quanto questo legame sia fondamentale per realizzarci come anime che sognano e si adoperano insieme per il bene di tutta l’umanità. Che è il senso di stare al mondo. Che è il senso di essere vivi.

Le definizioni, di alcuni partecipanti ad XYZ2018

00
L’Open Source per me è una disposizione d’animo per la quale si è ponti e non scopo: l’anima supera la finitezza delle determinazioni spazio-temporali degli eventi, collocandole nella dimensione dell’eternità. E lì danza, al di sopra degli spazi finiti, nell’infinità e bellezza. Questo implica per l’anima l’emergere dalle tenebre per stare nuda davanti al sole, lasciare che lo spirito scacci via le nuvole, la piena libertà di creare: ciò significa che l’eterno ritorno nietzschiano non immobilizza l’uomo ma lo rende veramente libero di sperimentare, di rimodulare e di hackerare eternamente la sua vita, che è la sua opera. Questo è l’umanità: una pluralità polifonica di pensieri e idee e vite differenti che si combinano tra loro in quella che è una visione e interpretazione comune della realtà. Realtà come un’opera aperta e collettiva, tutta da scrivere. Insieme.
Lucilla Fiorentino

01
OPEN SOURCE mi ricorda una cosa che ho scritto nel 2016.
"Il dare è una busta di colori messa al centro del banco di scuola.
Alle elementari ne condividevamo una. Tutti la usavamo.
Alcuni prendevano il colore che gli serviva, poi lo rimettevano a posto. Altri che si credevano più furbi provavano a rubarli, li infilavano di nascosto nel borsellino. Altri bimbi ossessionati da mamme possessive, per paura di dover richiedere mille volte la stessa scatola, scrivevano il proprio nome su qualsiasi cosa che quel borsellino di Spider-Man o Barbie conteneva.
Il dare non è una cosa democratica. Non è garantire un diritto o un servizio che non sai se veramente sarà usato. Dare non è regalare: come scegliere qualcosa indipendentemente dai gusti di chi riceve. E non è nemmeno una cosa cattolica, fatta per credo o per finalità sociali.
Il dare è una cosa anarchica, è fare una scelta autonoma, senza regole.
Alla fine il dare è come un osservatorio.
Ci sarà chi prenderà solo quello che gli serve, chi ruberà e negherà di averlo fatto,
chi porterà indietro il doppio di quello che ha preso, chi non prenderà nulla credendo sia una trappola, chi giudicherà non avendo capito le regole, chi comincerà a dare piuttosto che prendere.
Se metti una busta di colori al centro di un banco non saprai mai fino in fondo quale colore sceglieranno gli altri. Questo è il gioco!"
Marica Girardi

02
Open source è la breccia. A dispetto della sua genesi (informatica) questo termine ha un significato profondamente politico, perché radicalmente in antitesi con ogni forma di privatizzazione della conoscenza. Open source significa condivisione, cooperazione, libertà di modificare e manipolare, rispetto del lavoro degli altri. Insomma, se dobbiamo costruire un mondo nuovo, direi davvero che dobbiamo partire da qui.
Alessandro Tartaglia

03
Open source: l'insieme che crea, il gruppo che condivide. Open source è l'unione che fa la forza.
Alessandro Miracapillo

04
È un volto della fiducia, la fiducia nel contributo dell'altro, il sentiero comune dove confluiscono esperienze diverse, la democratica chance di partecipare all'evoluzione di un sistema, di "provare" insieme a prescindere dall'esito.
Silvia Rossini

05
Open Source è la necessità di poter esprimersi a 360 gradi senza barriere né limitazioni. La vita al di là del muro o della gabbia dorata entro la quale viviamo.
Alessio Palmisani

06
Open source è il foglio su cui lavorano i miei figli, loro disegnano sopra un Pokémon con pennarelli e matite, io lo modifico con china e acquerelli in un paesaggio metafisico, passa mia moglie e lo trasforma in un aereoplanino di carta!
Claudio Nicola Biancofiore

07
Una sfida non solo intellettuale che risiede nell'assenza del possedimento. La breccia che scardina il sistema, che nasce, cresce e si moltiplica anche senza tutela.
Camillo Frigeni

08
Open source è organizzarsi per costruire processi fluidi, riprogettabili, accessibili.
Daniele Gambetta

09
Open source è la natura, da sempre campo aperto dell’evoluzionismo. La chiusura delle risorse è un’invenzione dell’uomo, che la usa per esercitare potere nei confronti dei suoi simili.
Rosario Castellana

10
Open source è la licenza di ribellarsi alla proprietà privata e all'individualismo, per essere liberi di creare e di far vivere le proprie creazioni liberamente.
Dania Menafra

11
Open source non è uno spazio libero, open source è partecipazione.
Giulio Galli

12
“Non temere, Linus, prediletto tra gli hacker. Tu sei troppo figo. Il grande pinguino che vedi è il sistema operativo che creerai sulla Terra. La banchisa di ghiaccio è la Terra - e quindi tutti i sistemi - sulla quale rimarrà il pinguino che si rallegrerà nel portare a termine il suo compito. E i pesci di cui si ciba sono le sciatte basi dei codici in licenza che nuotano sotto tutti i sistemi della Terra. Il pinguino darà la caccia e divorerà tutto ciò che è sciatto, pieno di nodi e malfatto; e catturerà tutti i codici che si dimenano come spaghetti, o che sono infestati da creature malefiche, o che sono incatenati da gravi e perigliose licenze. E nel catturarsi si replicherà, e nel replicarsi esso fornirà delle prove e con le prove porterà la libertà, la serenità e tutte le più gran figate sulla Terra e a tutti quelli che su di essa programmano."
dal Vangelo secondo Tux
Maurizio Di Luzio

13
Open source è una forma di partecipazione responsabile, non gratuita. Chiede a chi produce e a chi consuma responsabilità (progettuale, tecnica, sociale, culturale, etc..) e autenticità. In questo circolo virtuoso la gratuità di una crescita esponenziale perché condivisa.
Francesca Schioppo

14
Open source é sapere condiviso, accessibile e disinteressato - é una possibilità infinita e mutevole - é voglia di fare, ampliare, migliorare, mettere in discussione, distruggere e ricostruire - è mani generose pronte ad aiutare qualcuno che forse non incontrerà mai
Micol Salomone

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Lucilla Fiorentino - bio
Laureata in Lingue, appassionata di culture, ha da sempre sperimentato vari lavori e metodi di apprendimento: membro della segreteria di un Festival del Cinema, collaboratrice di una società di produzione cinematografica e di una casa editrice, responsabile per bambini in vacanze-studio estere. Dal 2014, consapevole della necessità di un cambiamento, si è concentrata su processi di progettazione partecipata e progetti di sharing economy, fino a co-fondare SOS.

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