Come abbiamo avuto modo di osservare in questi ormai tre anni di operatività, l’intero spettro di attività delLa Scuola Open Source è basato su un asset fondamentale, la comunità, da cui deriva e a cui arriva gran parte del valore generato dai nostri processi.
⟶ È la comunità, infatti, che propone iniziative di didattica e ricerca ai nostri team.
⟶ È la comunità che rende le attività didattiche possibili attraverso la sua partecipazione a corsi, eventi, laboratori.
⟶ È dalla comunità che la Società recluta i docenti e i ricercatori le cui competenze sono la base del nostro processo di creazione di valore.
⟶ È stata la stessa comunità a costruire la Scuola Open Source a partire dai primissimi laboratori di co-progettazione XYZ del luglio 2016, e a rinverdirla nelle frequenti occasioni di confronto e aggiornamento che il CdA ha reso possibili e tutelato nel tempo.
In questi primi tre anni, ci siamo tutti resi conto di quanto questa comunità, per quanto fluida e geograficamente ubiqua, fosse tanto indispensabile sul piano operativo quanto poco valorizzata e rappresentata a livello istituzionale nella governance societaria, nonostante gli sforzi in tal senso di tutti noi. Di quanto fosse complesso coinvolgerla nel processo decisionale, di quanto avesse poco senso ridurre le interazioni con ciascun membro della comunità – anche quelli magari più presenti dei soci stessi! – a una mera transazione limitata alla singola occasione di collaborazione. Di quanto fosse dovuto e necessario incentivare e premiare la partecipazione della comunità, permettendone l’accesso agevolato, in varie forme e modi, ai servizi offerti dalla SOS. Di quanto importante fosse il rapido ingresso di nuove forze nella compagine sociale, e di quanto un semplice rapporto di lavoro sia poco rappresentativo del valore di questi contributi. Di quanto, inoltre, la divisione degli utili fosse un elemento poco distintivo dell’essenza della nostra società, molto più incline a retribuire l’effettivo contributo apportato alla vita della comunità stessa.
Insomma, è ormai evidente a tutti noi che la forma di Società a Responsabilità Limitata (SRL) verso cui ci orientammo in fase costitutiva non era, non è e non potrà essere mai adeguatamente rappresentativa del modus operandi de La Scuola Open Source, e che la forma della Società Cooperativa si presta decisamente meglio a rispondere alle esigenze di cui sopra, dato che – all’interno dell’ampia Comunità de La Scuola Open Source – già si verifica pienamente la prevalente mutualità degli scambi.
💥 Il processo
Una volta tratte queste considerazioni, ci siamo mossi per verificare la validità di queste ipotesi attraverso un confronto puntuale con vari soggetti, per l’appunto, parte della nostra comunità e con esperienza nel campo cooperativo. Dal nostro instancabile consulente Franco Monno al Direttore di Legacoop Puglia Pasquale Ferrante, dai collettivi come Macao Milano, WeMake e Ex-Asilo Filangieri, dalle reti cooperative di Faircoop e Loomio, guidati dal preziosissimo ed insostituibile supporto di Rosanna Prevete, si è gradualmente riusciti a definire cosa volesse dire per SOS diventare cooperativa, quali fossero i chiari vantaggi e quali i rischi di una trasformazione del genere.
La ricerca, già avviata nell’autunno del 2017, ha subito due forti rallentamenti dovuti all’incombenza di altre priorità societarie. Tuttavia il processo non si è mai interrotto del tutto, ma anzi continuava ad acquisire tratti di importanza e urgenza man mano che la Scuola Open Source diventava sempre più presente sul territorio, sia in termini di persone coinvolte (e dunque di entità della comunità di riferimento), che in termini di fatturato, misura dell’impatto ottenuto e del potenziale di crescita.
💥 Effetti della trasformazione
I vantaggi della trasformazione
⟶ ✨Coerenza tra modello di business e forma societaria
L’esperienza di noi tutti rende evidente quanto la forma di srl stia “stretta” alla Scuola Open Source, arrivando talvolta addirittura a confliggere con le nostre modalità operative quotidiane o ad apparire incoerente con la nostra linea di attività e azione economica e politica. Un assetto da società cooperativa sarebbe molto più allineato alla missione e ai valori fondativi di SOS, amplificandone sia efficienza operativa che potenza narrativa.
⟶ ✨Possibilità effettiva di premiare la partecipazione (“vera” membership)
Abbiamo più volte visto durante quest’anno quanto la formula di membership sia interessante per la nostra comunità. Nelle nostre intenzioni originarie, tuttavia, l’essere membro o socio di SOS comportava non soltanto agevolazioni economiche all’accesso alle nostre attività, ma anche un maggiore coinvolgimento a livello decisionale a la possibilità di contribuire attivamente alle iniziative della Scuola, sulla base delle proprie capacità. La forma cooperativa potrebbe finalmente dare valore in maniera chiara e netta a tali esigenze, istituzionalizzandole nelle figure dei soci cooperatori (utenti e/o lavoratori).
⟶ ✨Maggiori possibilità di valorizzare docenti e ricercatori
Nel corso di questi anni, grandissima parte dei docenti, tutor e ricercatori che hanno collaborato con la Scuola Open Source ne sono poi rimasti nell’orbita, partecipando ad ulteriori iniziative, influenzando decisioni e diventando a tutti gli effetti parte di questa comunità. Dato che uno degli obiettivi di SOS è quello di valorizzare le competenze di ciascuno, la formalizzazione dell’ingresso in cooperativa di tali docenti e l’inquadramento delle loro prestazioni nell’ambito di quelle del socio lavoratore, garantirebbero una maggior tutela delle loro professionalità e la possibilità di influire in maniera più coerente nella vita societaria, beneficiando anche direttamente, in quanto soci, dell’eventuale crescita della stessa.
⟶ ✨Maggiore fidelizzazione della comunità
Lo stesso si può dire di tutta la comunità: la possibilità – sempre volontaria e non obbligatoria – di essere soci de La Scuola Open Source, non farà altro che rendere tutti gli aderenti più partecipi e coinvolti alla vita della società, più investiti nella ricerca di soluzioni e opportunità che ne amplifichino l’impatto, più interessati a passare del tempo tra le mura fisiche o virtuali di SOS. Il fatto che l’essere socio è una caratteristica che si mantiene fino al recesso, sarà compito del CdA fare sì che tale entusiasmo sia nutrito e coltivato nel tempo.
⟶ ✨Aumento partecipazione ai processi decisionali della società
Per forza di cose, in una società cooperativa le decisioni importanti vengono prese dall’Assemblea dei Soci, che ha anche il potere di nominare e rimuovere il Consiglio di Amministrazione e che deve riunirsi una volta all’anno. Questo obbligherà La Scuola Open Source a una trasparenza ancora maggiore e ad investire sull’empowerment della comunità, affinché le scelte di quest’ultima siano sempre informate e che dall’inevitabile diversità di opinioni emerga una Scuola Open Source più inclusiva e sempre più capace di fare tesoro delle contaminazioni.
⟶ ✨Democratizzazione dei processi decisionali (una testa, un voto)
Nelle assemblee cooperative, una testa vale un voto: non contano né la seniority né l’ammontare dell’investimento: sono il consenso, il dibattito e la comunicazione gli elementi decisivi della realtà assembleare. Questo elemento sarà sicuramente stimolante per tutti e favorirà la circolazione di idee diverse e dirompenti, che avranno tutto lo spazio per emergere se ritenute valide dal collettivo, non potendo essere ostracizzate da diritti di veto di nessun tipo.
⟶ ✨Facilità di ingresso in società di nuovi soggetti
Le società cooperative sono rette dal principio della cosiddetta “porta aperta”, secondo cui – fatto salvo il versamento della quota associativa e l’adesione ai valori e princìpi statutari – chiunque può diventarne socio. La compagine sociale di SOS perderebbe dunque, finalmente, quella rigidità che è stata negli anni passati causa di significanti rallentamenti e potrà accogliere con rapidità e snellezza le richieste di partecipazione e coinvolgimento che ne deriveranno.
⟶ ✨Possibili benefici fiscali
Per quanto variegata, la disciplina fiscale delle società cooperative potrebbe svelare delle agevolazioni per la Scuola Open Source, in termini di minore pressione fiscale su riserve, emolumenti e simili. Nonostante ciò, queste valutazioni non sono state prioritarie nel valutare l’opportunità della trasformazione: in primis, perché le norme fiscali sono basate sul modus operandi e il valore sociale di una società – dunque se SOS ritiene di essere “sempre stata” una cooperativa dovrebbe trasformarsi a prescindere delle opportunità fiscali collegate; in secondo luogo perché sappiamo benissimo, anche alla luce degli scenari politici attuali, che scenario normativo e fiscale può sempre cambiare.
I rischi della trasformazione:
⟶ 👽 Facilità di uscita dalla società
Il principio della “porta aperta” funziona ovviamente anche in senso opposto: il recesso manifestato da un socio va accolto senza troppe obiezioni. Questo vuol dire che, in caso di cattiva gestione o errata promozione del valore offerto dall’associarsi alla cooperativa, pochi sarebbero gli argini a una “fuga” di soci. Per limitare questo rischio, sarà importante sia gestire oculatamente le risorse finanziare in modo da essere sempre in grado di rimborsare il capitale dei soci, sia essere molto chiari in fase di ammissione su benefit e doveri del socio cooperatore de La Scuola Open Source.
⟶ 👽 Perdita di “controllo” nei processi decisionali causata dall’ampliamento della compagine societaria
Aumentando potenzialmente i soci, e in virtù del principio di voto capitario, è probabile un’alterazione delle dinamiche a cui la compagine sociale è attualmente abituata, a causa di una certa coincidenza sostanziale tra attività del CdA e dell’Assemblea (per lo meno in quanto composti dagli stessi elementi) e della generale serenità nell’adozione di decisioni, vista la comunione di intenti e la sintonia sviluppate nel corso degli anni. L’ingresso di numerosi nuovi soci altererà per forza di cose gli equilibri e ne andrà a formare altri, e sarà ovviamente facile (e direi auspicabile) l’emersione di conflitti o maggioranze alternative, che andranno quindi rispettate e incluse nei processi decisionali. Diverrà inoltre chiara la divisione tra Assemblea (costituita da tutti i soci cooperatori) e Consiglio di Amministrazione, composto da un numero limitato di soggetti nominati dall’Assemblea. Sarà in tal senso probabilmente necessario un primo CdA ad interim che gestisca la transizione verso il nuovo modello di governance e che venga poi sostituito in tempi rapidi da un Consiglio di Amministrazione eletto dai soci cooperanti nel frattempo sopraggiunti.
⟶ 👽 Lenta adesione di nuovi soci, ritardi nell’entrata a regime dei processi tipici della società cooperativa
In caso di un’adesione graduale dei nuovi soci – per un certo verso auspicabile – la transazione verso gli schemi di governance di una società cooperativa potrebbe essere lenta al punto da inibirne la “potenza trasformativa” e aggiungere livelli di processi a quelli esistenti senza snellire al contento gli apparati non più necessari. Se da un lato sarà bene gestire e guidare la trasformazione in modo progressivo, ritengo fondamentale cercare di concludere buona parte del processo (prima campagna di raccolta soci, approvazione regolamento, sviluppo sistemi informatici necessari, sviluppo contratti e modulistica, impostazione Assemblee e Consigli di Amministrazione) comunque entro l’esercizio 2019, in modo da non sottrarre troppo tempo ed energie all’effettiva realizzazione di attività.
⟶ 👽 Costo aggiuntivo: revisione legale dei conti
Vista la previsione di un numero di soci ben superiore all’attuale, la legge prevede che la trasformanda società cooperativa debba essere regolata dalle norme relative alle società per azioni. Un cambiamento significativo è quello dell’obbligo di definire, già in fase di trasformazione, un revisore legale dei conti e indicare il suo compenso. Si tratterebbe di una spesa obbligatoria, che comunque supporterebbe SOS in maniera imparziale nella regolare tenuta dei conti.
⟶ 👽 Confusione organizzativa nei primi mesi
Per quanto entusiasmante, l’esperienza cooperativa rappresenterà una grossa novità per tutti: soci esistenti, nuovi soci, soci uscenti, docenti, partecipanti, istituzioni, eccetera. Sarà dunque importante definire responsabilità e processi affinché la transizione, per quanto necessariamente rapida, avvenga in maniera morbida e coinvolga tutti i soggetti interessati. È prevedibile un rallentamento nelle attività durante i primi mesi, dovuto alla necessità di destinare maggiori sforzi e risorse alla riorganizzazione della società: importante dunque definire un programma post-trasformazione affinché tutto avvenga in maniera controllata e con chiare responsabilità.
⟶ 👽 Gestione soci “in remoto”
Un punto di forza de La Scuola Open Source è la “dispersione” della sua comunità di riferimento, con presidi in tutta Italia e all’estero, oltre al territorio pugliese. Il coinvolgimento anche dei soggetti più lontani risulterà fondamentale alla preservazione dell’autoritas sviluppata da SOS, e l’ingresso di questi come soci potrebbe addirittura incrementarne la fidelizzazione. Tuttavia, sarà importante sviluppare metodi di engagement e processi decisionali che tengano conto della possibilità che buona parte dei soci non possa presenziare fisicamente alle attività. Lo statuto è stato orientato in tal senso, ma la convergenza con le pratiche quotidiane (assemblee in streaming, corretto utilizzo del sistema gestionale eccetera) è tutta nelle nostre mani.
⟶ 👽 Generalmente, capire come ogni attività della Società debba essere concretamente riformulata in un contesto cooperativo
Il tema sovrastante è ovviamente quello di “tradurre” tutto quanto La Scuola Open Source Srl fa in attività consone per la SOS società cooperativa: dai rapporti di lavoro ai processi decisionali, dalle assemblee agli organi direttivi, dalle sponsorizzazioni ad eventuali sistemi di distribuzione di valore (e.g. reddito di base), tutto andrà riformulato in chiave cooperativa. Per questo, suggerisco di prevedere un budget da destinare a servizi di consulenza aggiuntivi (fiscali e lavoristici soprattutto) per risolvere tutti questi elementi entro la fine dell’esercizio 2019.
⟶ 👽 Dulcis in fundo
La trasformazione in cooperativa è senza dubbio una scelta ambiziosa, rischiosa e in controtendenza rispetto ai trend societari di questi tempi: esattamente come lo è stato la scelta di fondare una Scuola Open Source, tre anni fa.
Non saremo mai abbastanza pronti per fare questo passo con assoluta sicurezza, esattamente come non lo eravamo tre anni fa.
È giunto il momento, La Scuola Open Source srl si è trasformata in La Scuola Open Source Società Cooperativa il giorno 1 Aprile 2019.
Da oggi – e non è un pesce d'aprile – la SOS sei tu :)
D’ora in avanti sarà necessario che ognuno di noi faccia uno sforzo importante per adattare — sostanzialmente e formalmente — il proprio modo di vivere la SOS affinché i nuovi strumenti partecipativi offerti dalla forma cooperativa siano utilizzati al meglio.
E il prof. Lussu lo aveva previsto.
💥 Questa la timeline che abbiamo in mente per i prossimi passi:
1 aprile 2019:
⟶ trasformazione formale in Società Cooperativa tramite assemblea straordinaria davanti al notaio, con contestuale spostamento sede legale e elezione Consiglio di Amministrazione ad interim.
Entro il 31 maggio 2019:
⟶ redazione ed approvazione regolamento interno.
giugno – settembre 2019:
⟶ imponente campagna di iscrizioni alla società cooperativa
Settembre 2019:
⟶ prima assemblea della Cooperativa con nuovi soci, avvio processo elettivo per Consiglio di Amministrazione.
Dicembre 2019:
⟶ seconda assemblea della Cooperativa, elezione nuovo Consiglio di Amministrazione, decadenza consiglio di amministrazione ad interim.